VISITATE I PARCHI NAZIONALI
NON CE NE SONO DI EGUALI
anno 1 numero 1
Milazzo, 10 Novembre 2017, teatro " Trifiletti "
GLI STUDENTI E I DOCENTI DELL'I.C. FOSCOLO DI BARCELLONA RINGRAZIANO L'AMBASCIATORE DEL CONGO PER AVER DATO LORO UN'OPPURTUNITA' DI CRESCITA CULTURALE E SOCIALE ONORANDOLI CON LA SUA PRESENZA.
Egregio Ambasciatore, siamo lieti di averla con noi oggi in questa assemblea e in questa sede.
Essendo molto giovane per cui con zero esperienze dal punto di vista governativo, ma con grande personalità, ci parli delle problematiche del suo Paese e delle soluzioni che ritiene valide per donare dignità ai figli del suo popolo.
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Il compito precipuo che mi prefiggo in questo incontro è quello, innanzitutto, di testimoniare le sofferenze che vive il mio popolo ancora oggi, dopo le passate vicissitudini coloniali e le rivolte e i colpi di Stato militari che hanno segnato duramente la storia del mio paese. Le risorse e le ricchezze di cui uno Stato dispone dovrebbero servire per il bene di tutti i suoi cittadini, non essere appannaggio di un gruppo minoritario di potere o strumento di sfruttamento da parte di potenze e gruppi economici stranieri. A che è servito finora possedere ricchissimi giacimenti di rame, argento, diamanti, oro e altri minerali molto richiesti nel mercato internazionale (manganese, zinco, stagno, uranio...) se mancano i servizi sociali essenziali? Gente ammazzata in quartieri ghetto , bambini orfani in guerra, bambini soldato, prostituzione minorile, bambini di strada evidenziano, da un lato, lo stato di povertà del Paese, ma, dall'altro, le condizioni di subcultura e di arretratezza politico-sociale. Le colture agricole occupano appena il 2% circa della superficie del Paese, anche se il territorio congolese è formato per il 21% da aree coltivabili. L'agricoltura indigena è primitiva, ancora basata su pratiche tradizionali, (incendi del bosco, impiego della zappa, abbandoni del campo quando si esaurisce) ed è destinata soprattutto ai bisogni locali. Le continue guerre civili hanno via via impoverito le due principali economie di sussistenza del Paese, l'agricoltura e l'allevamento. Gli organismi internazionali preposti chiedono un aumento urgente della fornitura di alimenti salvavita e dell'assistenza specialistica contro la malnutrizione, così come di sementi e attrezzi per la semina. In effetti è una corsa contro il tempo per salvare milioni di vite umane, donne e bambini in maggioranza, vittime incolpevoli di diverse forme di violenza, mentre, nello stesso tempo, le varie multinazionali interessate continuano a prosperare con i loro affari. Altro tema cruciale è l'emancipazione femminile, soprattutto umana ed intellettuale. La donna, subalterna all'uomo, ha il peso della cura della casa, dell'educazione dei figli, dei lavori non specializzati, ma non accade facilmente all'istruzione e alla partecipazione istituzionale nella politica. Il Congo è uno Stato che abbisogna particolarmente di pacificazione interna, stabilità di governo, rispetto dei diritti, giustizia sociale e risollevamento economico. Il sistema arbitrario dei confini stabilito dagli accordi fra le grandi potenze nel passato determina conflitti tribali inconciliabili, per cui la preminenza di un gruppo diventa potere violento nei riguardi degli altri e tende al controllo finanziario e politico del Paese. La Comunità Internazionale deve, pertanto, sostenere ed agevolare il principio dell'autodeterminazione, in modo che le varie tribù trovino con libera scelta la via ad un cambiamento stabile e pacifico possibilmente. Non è concepibile che ci sia gente che pensa all'accumulazione di ricchezza ad uso personale mentre altra gente minore in conseguenza di guerra e violenza o per mancanza di cibo e medicine. Lo sviluppo industriale è molto arretrato, sia per quanto riguarda la lavorazione dei prodotti del sottosuolo, sia nella trasformazione dei prodotti agricoli e nella produzione di beni di consumo per il mercato interno.
E' auspicabile un intervento concreto della Comunità Internazionale che con mezzi finanziari adeguati metta la gente del mio Paese in condizioni di emanciparsi convenientemente.
Io faccio appello con tutte le mie energie alle Istituzioni Comunitarie competenti, ai movimenti di opinione, a tutti gli uomini di buona volontà di adoperarsi al fine di donare il diritto alla vita ai figli del mio popolo, in uno spirito di alta solidarietà umana e nel rispetto dei valori che governano la coscienza dei popoli della Terra.
Le spese per gli armamenti potrebbero e dovrebbero essere investite invece per nutrire, assistere e curare la parte più debole della popolazione che è inerme e impotente di fronte a governanti avidi e a sfruttatori violenti.
La guerra è un affare per pochi profittatori ma un male mortale per la popolazione civile e lo sviluppo di sane attività economiche.
Esorto e prego con profonda umiltà e allo stesso tempo con il coraggio e la forza che derivano dalla drammaticità della situazione attuale a che le coscienze libere e sensibili, appartenenti a qualunque cultura, razza e religione, si attivino, con il loro contributo di pensiero e opera, a porre fine a questa catena infinita di morte e a restituire dignità di esistenza al popolo cui appartengo.
Vi ringrazio devotamente.
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OGGI, ALL' ASSEMBLEA DELL' ONU, GLI STUDENTI, RAPPRESENTANTI DELLA STESSA, HANNO DISCUSSO CON L' AMBASCIATORE DEL CONGO SULLE POTENZIALITA' E SUI PROBLEMI CHE AFFLIGGONO IL PAESE CERCANDO DI TROVARE DELLE SOLUZIONI ADEGUATE PER PORRE FINE ALLA SOFFERENZA UMANITARIA.